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Proteggere le scatole con altre scatole

Ai mix di materiali ammortizzanti non riciclabili, molte aziende hanno cominciato a sostituire alternative a ridotto impatto ambientale. 

Trasportare prodotti fragili dall’azienda al negozio richiede la giusta dose d’ingegno e una serie di accorgimenti tecnici che tutti i professionisti del packaging conoscono bene. Vasi, lampadine, bicchieri, quadri: qualsiasi oggetto che possa essere compromesso dagli urti richiede il suo imballaggio protettivo. Il packaging protettivo può essere composto da un mix di materiali ammortizzanti e semi-rigidi che però non sempre sono riciclabili. Gli imballaggi più tradizionali vedono applicate al cartone ondulato imbottiture fatte generalmente in polistirolo, plastica gonfiabile o astucci anti-shock in poliuretano espanso. Negli ultimi anni le aziende hanno cominciato a proporre soluzioni green che sfruttano l’elasticità e la resistenza del cartone e di altri materiali alternativi per isolare e proteggere. Nel settore alimentare sono state introdotte alternative al polistirolo utilizzate nel trasporto dei prodotti ad alta deperibilità. 

Per il trasporto di prodotti ortofrutticoli, da anni abbiamo messo a punto ESA NO-CRUSH, un imballo a ridotto impatto ambientale brevettato, che è in continua evoluzione per migliorarne le prestazioni. La sua particolarità consiste nell’utilizzo di rinforzi angolari, che conferiscono a un tradizionale vassoio migliore resistenza meccanica, un’elevata circolazione d’aria all’interno della pedana, una maggiore automatizzazione per il riempimento automatico.

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